Sala delle riproduzioni documentarie
E’ esposto un plastico in cartone pressato e dipinto, che l’artista Francesco Iaccarino eseguì su commissione di Alfredo Majorano, che raffigura i luoghi più significativi della Città Vecchia di Taranto. E’ arricchito dalla presenza di pupi in terracotta colorata, realizzati dal figulo Sergio Raffaele tra il 1965 e 1967. Quest’opera, che introduce e sintetizza i racconti etnografici che il percorso museale propone, è un esempio dell’importante lavoro compiuto da Alfredo Majorano, ma è anche testimonianza del suo forte legame con la città.
Sala delle ceramiche
Sono raccolte ed esposte pregiate maioliche laertine del 1700 ed esemplari ceramici smaltati e dipinti, sia di uso domestico che decorativo. Si tratta di grandi piatti, di giare, di brocche, di orci e di fiaschette, provenienti dalle botteghe ceramiche di Taranto, di Grottaglie, di Laterza, di Manduria, di Novoli (Le), di Cerreto Sannita (BN) e di Pesaro.
Sala dei giochi e dei giocattoli festivi
Sono raccolti ed esposti oggetti ludici tradizionali, in legno o in terracotta, con forme e terminologie sottratti all’oblio grazie al meticoloso lavoro di Alfredo Majorano. Si tratta di passatempi semplici e salutari basati sulla destrezza, creatività e fantasia (‘a livoria, ‘u curruchele, etc.) e per le bambine, modelli in miniatura di oggetti di uso domestico. In questa categoria di reperti, si annoverano i giocattoli festivi e in particolare, i fischietti ironici (fesckarule), legati ai personaggi o agli oggetti delle festività laiche e religiose. Di particolare importanza, sono i Pupi raffiguranti i personaggi di Orlando, di Angelica, di Rinaldo, di Gano di Magonza che allietavano le serate dei grandi e dei piccini che frequentavano il “Teatrino” di Giovanni Abbuonanti, il “Carlino”, un baraccone di legno che poteva ospitare quasi un centinaio di persone che sorgeva lungo via Giuseppe Garibaldi, nei pressi della Chiesa di San Giuseppe.
Sala dei presepi e degli ex-voto
Sono esposti pupi da presepe in cartapesta leccese o in terracotta colorata, come i modellini del figulo Sergio Raffaele e il plastico, realizzato dall’artista Francesco Iaccarino, commissionati da Alfredo Majorano per rappresentare l’habitat rupestre nella gravina di Massafra. Sono esposti ori popolari devozionali e costumi votivi, oltre che materiali ceramici smaltati e dipinti a motivo sacro, come grandi piatti, orciuoli per olio, acquasantiere maiolicate e mattonelle. Importanti testimonianze di devozione religiosa sono le tele votive e gli esemplari di ex-voto in lamina d’argento e in cera, con valore identificativo se raffigurano parti del corpo umano verso le quali si richiedeva l’intervento taumaturgico, o con valore commemorativo se hanno forme di cuore e simboli della passione, a memoria di una grazia ricevuta.
Studio di Alfredo Majorano
Sono esposti documenti e pubblicazioni di Alfredo Majorano, esempi del suo impegno intellettuale e civile speso per la raccolta etnografica di beni materiali e immateriali, con un particolare interesse per la vita tradizionale e la ritualità magica e religiosa dei contadini e dei pescatori del tarantino. Particolarmente significativi sono due disegni di Nicola Carrino che ritraggono i tradizionali “perdoni”.
Sala degli attrezzi agricoli e della pesca
Sono esposti boccali e bottiglie per vino in ceramica smaltata e dipinta, con forme e funzioni ben precise (ad esempio Lu Buzzone, bottiglia antropomorfa resa con intento caricaturale), i tradizionali attrezzi da cucina e recipienti in ceramica invetriata per la trasformazione dell’uva e delle olive, come ‘U Capasone. Si annoverano attrezzi e strumenti tradizionali in legno, in latta e in ferro legati alla pesca (reti, nasse, etc), al lavoro dei campi (aratri, falci, zappe, etc) o alle attività di vendita e di trasformazione dei prodotti della terra e del mare.
Sala della ritualità magico–religiosa
Sono esposti i dolci in terracotta colorata realizzati in occasione della festa di san Giuseppe (la stella, la mano, il cuore), modellini delle processioni della Settimana Santa e pani e dolci pasquali (scarcelle) in terracotta colorata. Ulteriore testimonianza del sentimento religioso popolare, si evince dai grandi piatti ceramici smaltati e dipinti, di fattura grottagliese, a soggetto sacro e da statue di varia dimensione dei santi più cari alle popolazioni dell’area ionico-tarantina.